Amin Hoteit, 7 agosto 2012, Tayyar – Mondialisation
Arriva un momento in cui le parole più semplici traducono le situazioni più complicate, perché finiscono per non dare adito ad altre discussioni: tutte le guerre sono sporche, ma la guerra non dichiarata contro la Siria da 133 paesi, più o meno direttamente interessati, è la più sporca di tutte, lo richiede il progresso! La domanda è: quali sono le categorie effettivamente responsabili degli immondi bombardamenti mediatici, a parte i leader politici che non osano nemmeno invocare le ragioni alla base del loro desiderio di distruggere sempre più, invocando la loro “responsabilità a proteggere”, mentre non sembrano in grado di proteggere le proprie popolazioni dalle minacce che si accumulano all’orizzonte [1] …
Una guerra raggrumata in modo così sporco e vergognoso, che ha mobilitato la cosiddetta crema dei loro media: giornalisti, intellettuali, esperti e pretesi amici … non solo per lobotomizzare tutti coloro che sono nella situazione, dandogli un assegno in bianco o che non si sentono preoccupati, ma anche per mettere a tacere coloro che attaccano, nel caso in cui la lobotomia sia imperfetta. Come parlare altrimenti della non-condanna dei criminali attentati dinamitardi effettuati contro i giornalisti siriani, che non fanno altro che cercare di sollevare il velo sulle loro bugie, a costo della propria vita?
Propaganda, ci diranno! In questo caso, un esempio recente basterà forse a rivedere le loro accuse, quello del presentatore e giornalista televisivo siriano Mohammed al-Saeed, il cui sequestro, a Damasco a metà luglio, era stato perfino riportato da “Reporters sans frontières“[2]!
Il 4 agosto, un ramo di al-Qaida, al-Nusra, ha rivendicato la responsabilità per il suo omicidio e ha inviato una sua foto scattata prima della morte … la corporazione dei giornalisti provenienti da Francia, Navarra, o altrove si è offesa e ha smesso di mentire? Quest’uomo qui è nel suo ambiente naturale [3], la Siria, paese certamente imperfetto, ma dove si assassina uno stile di vita, multiculturale, una multietnicità armoniosa da secoli, nonostante gli episodi di discordia seminata dai vari invasori e dalle crociate, ma che è diventata un pericolo per i successivi piani di partizionare del Medio Oriente, come se le conseguenze di esse, causate dall’accordo Sykes-Picot del 1916, non avessero fatto abbastanza danni e miseria, aggiungendone un secondo strato! Il colonialismo dichiarato non è più accettabile dalle società civili a priori? Non importa, resta la soluzione del colonialismo travestito, … mascherato dai media delle società civilizzate [4]! Ma la Siria si difende e resiste come ci ha spiegato il Generale Hoteit, quali che siano le voci diffuse allegramente dall’Armada dei giornalisti impegnati, volenti o nolenti, per quasi un anno e mezzo… [Alno Mouna-Nakhal].
Non ci sono voluti più di due giorni negli Stati Uniti per giocare nuove carte nella cosiddetta “crisi siriana”: prima quella delle dimissioni di Kofi Annan, poi quella della risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla base di un progetto dettato dai sauditi [5], seguita dalla loro decisione, esplicitamente dichiarata, di armare la cosiddetta opposizione siriana… [6].
Alcuni osservatori possono ancora fare a meno di collegare queste tre carte; pensiamo che siano nello stesso gioco, cui corrispondono quasi esattamente le stesse ragioni, e che dovrebbero puntare sugli stessi obiettivi.
Per cominciare, dobbiamo ricordare ciò che abbiamo detto in precedenza circa la collusione di Annan con l’amministrazione statunitense, durante e dopo l’esercizio delle sue funzioni di Segretario Generale delle Nazioni Unite. Io stesso l’ho sperimentato nel 2000 [Israele si era ritirato dal sud del Libano, terminando 22 anni di occupazione … Kofi Annan propose i suoi buoni uffici per la certificazione del ritiro israeliano… Nd Alno Mouna-Nakhal ] dove ho potuto constatare l’entità della stretta obbedienza agli ordini degli Stati Uniti, anche quando ciò andava a scapito della giustizia e dell’equità. Pertanto, la sua nomina a rappresentante del Segretario generale delle Nazioni Unite in Siria può essere stata fatta solo con la loro volontà, tanto più che Ban Ki-moon – l’attuale Segretario Generale – è più servile di tutti i suoi predecessori, al punto che molti lo considerano un semplice “funzionario statunitense” aggregato a questa organizzazione. Ecco perché diciamo che le dimissioni di Annan erano almeno previste collettivamente fin dall’inizio o, cosa più probabile, eseguite per ordine decretato dagli Stati Uniti, come l’ultima risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha richiesto il versamento di tre miliardi di petrodollari da Qatar e Arabia Saudita, per ottenere una maggioranza tra i votanti, per quanto magra essa sia.
Ciò che è notevole, è che queste posizioni sono state raggiunte durante la settimana successiva alle operazioni dell’esercito siriano, volte a contrastare il colpo fatale del piano elaborato dagli Stati Uniti, e chiamato “Vulcano a Damasco … terremoto in Siria“; piano che ha mobilitato risorse enormi per, secondo loro, piegare Damasco e Aleppo, distruggere la Siria e rovesciare il suo governo! Ma il piano è fallito a Damasco, dove l’esercito è riuscito a contrastare l’attacco dei terroristi, impedendogli di prendere il controllo in nove quartieri, dove la loro presenza è stata spazzata via a tempo di record, prima di dirigersi su Aleppo per trattare il problema come di deve, con uno scontro indicato come la “battaglia decisiva” o la “battaglia finale” della crisi siriana …
Questa evoluzione sul campo ha provocato la mobilitazione dell’aggressività mediatica parossistica “internazionale”, per il semplice fatto che le autorità siriane hanno deciso di ripulire Aleppo dagli aggressori entrati per diffondere il terrorismo degli Stati Uniti … Una decisione che gli Stati Uniti hanno considerata minacciosa, per la riuscita del loro piano di attacco, dal momento che si sono resi conto che la sua attuazione era solo una questione di tempo, a seconda dei mezzi adeguati che permettano le perdite minime possibili. Quindi, quasi subito, gli Stati Uniti hanno gettato le loro nuove carte nella battaglia ed è così che abbiamo assistito ad una dimissione seguita da una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, e poi al dichiarato sostegno presidenziale ai terroristi, affidato per l’esecuzione alla CIA! Il che ci porta agli obiettivi presi di mira da quest’ultima giocata degli Stati Uniti, rilevando che le dimissioni di Kofi Annan sono probabilmente formali, perché la nomina di un sostituto non è un problema, e la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite non ha alcun valore giuridico vincolante, soprattutto perché è stato adottato da un gruppo di paesi filo-Stati Uniti, contro un altro gruppo di paesi che rifiutano la politica degli Stati Uniti, consacrando la divisione della comunità internazionale sulla crisi siriana; cosa che non ha modificato il dato della decisione degli Stati Uniti di armare i terroristi! Detto questo, ciò non è nuovo poiché gli Stati Uniti sono i padroni dei servi di Qatar, Arabia Saudita e Turchia; i capi che hanno chiesto finora il finanziamento di tutte le forniture armi ai terroristi, cosa che non poteva sfuggire a nessun osservatore dotato di ragione. Quindi possiamo dire che queste tre carte non cambieranno la sostanza del caso!
Resta non di meno il fatto importante di rivedere gli obiettivi previsti da questa nuova giocata degli Stati Uniti:
1. Esercitare pressioni sulle autorità siriane affinché si astengano dall’entrare nella battaglia risolutiva di Aleppo, dando ai terroristi una chance in più per compensare le loro perdite a Damasco e in particolare rafforzare le loro posizioni nella speranza di convertirla in una nuova Bengasi siriana; la città di Aleppo sarebbe diventata, dal loro punto di vista, il principale centro di una battaglia che non è concepibile perdere, mentre un intervento militare diretto per salvare i terroristi è ancora impossibile. Le tre nuove carte avrebbero potuto essere tanto vantaggiose per arrivarci, ma non hanno funzionato…
2. Rendere le autorità siriane le sole responsabili per il fallimento della missione di pace di Kofi Annan, mettendo sotto pressione i russi e cinesi in modo che cambino il loro comportamento nel Consiglio di Sicurezza, e riuscire a mettere la Siria sotto tutela, ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite. Non siamo stati sorpresi dal discorso di Kofi Annan, che spiega il processo di transizione … dopo le sue dimissioni. Corrispondeva ai concetti sviluppati dagli Stati Uniti dalla Conferenza di Ginevra, per chiedere ancora una volta la destituzione del presidente Bashar al-Assad, che era stata rigettata lo stesso giorno dal ministro degli esteri russo, e che sembra sempre irrealizzabile, data la divisione della comunità internazionale sul tema.
3. Sollevare il morale dei terroristi, dopo il crollo che ha spinto uno dei capi di questo “esercito libero del terrorismo USA” dichiarare il loro ritiro dalla città, a causa dell’incapacità a continuare il confronto; un messaggio per chi si occupa di sostenere il terrorismo, dal momento che una soluzione pacifica della crisi siriana è ora pienamente incompatibile con il piano degli Stati Uniti, e che l’unico modo per rompere l’impasse, passa attraverso attacchi armati che richiedono nuovi reclutamenti al massimo delle risorse, per poter continuare.
4. Spingere il gruppo dei “pretesi amici della Siria” e “le opposizioni siriane rivali” alla coesione necessaria per rafforzare la forza d’attacco, soprattutto dopo che il conflitto richiede sempre più denaro e potere.
Tuttavia, questa osservazione arriva in circostanze che permettono, a qualsiasi osservatore, di dedurre le verità che gli Stati Uniti e il loro “Asse degli aggressori alla Siria” hanno falsificato da quasi un anno e mezzo:
1. La loro convinzione che la Siria, il suo popolo e il suo esercito sono ancora forti e solidi, e che nonostante tutta la violenza del loro attacco, non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi.
2. La solidità delle posizioni assunte dal fronte regionale, internazionale e strategico del campo nettamente contrario a qualunque aggressione statunitense, qualsiasi siano i pretesti e le condizioni.
3. Il fallimento e l’effetto opposto dell’inganno previsto dalla cosiddetta missione di pace di Kofi Annan, dichiarata morta prima di nascere, le cui dimissioni riconducono di nuovo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per non sfociare che nella decisione degli Stati Uniti di armare l’opposizione siriana, che non ha mai voluto; confermando che Annan era un “cavallo di Troia” che non è riuscito a ingannare i siriani, o a convincere i loro alleati a cedere alla richiesta primaria del piano degli Stati Uniti: la rimozione del presidente siriano per saccheggiare la Siria. Kofi Annan si è dimesso, quindi, non senza cercare di nascondere la responsabilità dell’occidente nel fallimento della sua missione, con la risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Tuttavia, le stesse carte gettate in questa guerra aperta contro la Siria, hanno consentito anche ai loro alleati di avere vantaggi significativi:
1. Dimostra la complicità e lo scandaloso servilismo dell’Arabia Saudita; davanti all’occupazione israeliana di due delle sue isole, fin dal 1967, senza fare nulla per liberarle, la sua unica preoccupazione è lavorare all’intervento militare straniero in Siria, per distruggerla; cosa che è stata chiaramente denunciata dal delegato permanente siriano alle Nazioni Unite, Bashar al-Jaafari.
2. Portare gli Stati Uniti a svelarsi quale vero sponsor del terrorismo mondiale, dopo aver confermato al mondo che l’organizzazione al-Qaida sia in gran parte responsabile degli atti terroristici inflitti alla Siria, annunciando pubblicamente la loro intenzione di armare il terrorismo e, con decisione presidenziale, di accrescerla; il che significa che riconoscono che al-Qaida e gli USA conducono la stessa battaglia!
3. Confermare la legittimità della lotta armata contro il terrorismo della Siria; liquidando tutte le calunnie passate o future al riguardo.
Il dottor Amin Hoteit è un analista politico libanese, esperto di strategia militare e generale di brigata in pensione.
[1] Troisième Guerre Mondiale. C’est pour bientôt. La France et le Canada avalés par la folie guerrière des États-Unis et d’Israël?
[2] 24.07.2012 – Enlèvement du présentateur de télévision Mohamed Al-Saeed.
[3] Tramissione di Mohamed al-Saeed, 25 dicembre 2011, TV pubblica siriana, la vigilia di Natale. Uno sceicco sunnita, due sacerdoti e il laico presentatore giornalista Mohammed al-Saeed, recitano insieme la preghiera del Signore e l’Ave Maria. Per conciliare la fede dello sceicco (per il quale Maria è la Madre di Gesù il Messia) e dei due sacerdoti (per cui Maria è Madre di Dio), Maria diventa “Nostra Madre di tutti noi“! Poi passano alla Fatiha (rivolta a Dio, all’inizio di ogni preghiera nell’Islam): “Nel nome di Dio misericordioso, il Misericordioso. Ti adoriamo, ti chiamiamo in aiuto, traccia la retta via, il percorso di coloro che Ti hanno seguito, coloro cui Tu hai dato la Tua Grazia, coloro contro i quali non hai rabbia, che non sono nell’errare. Amen“.
[4] Towards A “Soft Invasion”? The Launching of a “Humanitarian War” against Syria;
[5] Assemblea generale delle Nazioni Unite – 76.ma sessione;
[6] Siria: Obama ha firmato una direttiva segreta per sostenere i ribelli, secondo la CNN.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://sitoaurora.altervista.org/home.htm
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